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Global | Publication | setembro 2025
Con l’ordinanza n. 22388 del 4 agosto 2025, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio una sentenza d’appello che aveva escluso il nesso causale tra un’infezione post-trasfusionale e il decesso del paziente, senza fornire una motivazione adeguata.
Il principio di diritto
La Suprema Corte ha ribadito che, in presenza di concause del decesso, il semplice riferimento a una patologia preesistente o concomitante non è sufficiente per escludere il nesso eziologico con l’evento lesivo principale. Il giudice deve motivare specificamente la prevalenza dell’una o dell’altra causa, secondo il criterio del “più probabile che non”. Inoltre, quando il giudice si discosta dalle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio (CTU), deve farlo con una motivazione chiara, logica e fondata, evitando affermazioni generiche o apodittiche.
Il caso concreto
Secondo la Cassazione, la motivazione della Corte d’appello era solo apparente, basata su una descrizione generica delle condizioni cliniche del paziente e priva di un’adeguata analisi tecnica: la CTU non può essere disattesa senza una valutazione tecnica alternativa e motivata.
In conclusione, il giudice può disattendere le conclusioni del CTU, ma solo se:
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